martedì 14 luglio 2009

Roppongi hills


Dai, scendo dalla metro e vado a Roppongi, città nella città creata sopra una collina artificiale e soprattutto sopra ai resti di un ex quartiere malfamato. Ora è tutt'altro, forse l'opposto: una polis ultra-moderna incastonata nel centro di Tokyo vicinissima ai palazzi del governo nipponico e affastellata di strutture miste acciaio-vetro create dai più quotati architetti del pianeta. Tra l'altro qui ci sono anche alcuni degli appartamenti più costosi del globo, roba da 50 milioni di euro senza scherzare. Il fulcro è senza dubbio la Mori tower, 54 piani nuovissimi misti tra abitazioni, negozi, parcheggi, cinema, banche, ristoranti, bar, il museo Mori e hotel. Il bello è che il grattacielo è enorme ma l'ingresso per accedere a tutte queste meraviglie è microbico, quasi nascosto tra le scale mobili (io ne ho contate almeno 20). Ma di sopra al 53 c'è la perla...il cosiddetto Tokyo city view, con ascensore dedicato che come bottoni ha "piano 1" e "piano 53" senza possibilità intermedie :D, un piano composto da sole vetrate a 360° sulla capitale, d'obbligo la visita di sera quando la visuale è questa: (per vederla meglio cliccate sullo slideshow in alto a destra che vi porta a Picasa web album)

Veramente spettacolare, l'ulteriore chicca è che quando ci sono salito io sembrava che Tokyo intera si fosse dimenticata di avere una finestra del genere, perciò il piano era vuoto e un pochino inquietante; inoltre una delle scelte per godere del panorama è un "sedile" a stretto contatto con il vetro a strapiombo...
Ai piedi della Mori tower c'è uno dei punti di ritrovo più conosciuti della city: un ragno gigante in ferro(?) che troneggia sui passanti ignari:


Quello di Roppongi è un progetto di riqualificazione urbana avvenuto in poco tempo ma con grandi risultati. Certo ci sono ancora oggi zone non proprio bellissime da vedere, ma nel complesso è un vero e proprio cambiamento che ha permesso al quartiere di trasformarsi grazie all'inserimento di attività commerciali, affari, turismo, opere d'arte e flusso di persone.
Un modo di cambiare le cose da cui probabilmente dovremmo prendere grande spunto.









domenica 5 luglio 2009

Tanuki


L'ho trovato per caso, perdendomi tra le micro-viuzze di Asakusa, un tempietto dedicato al Tanuki (raccoon dog), il dio procione che protegge le abitazioni dagli incendi e dai furti. Fantastico, sorge sulle rive di un laghetto e occupa una superficie non più grande di 40 mq, con una campana posta esattamente di fronte all'immagine sacra -ah una cosa che ho imparato dei templi scintoisti-buddisti è che l'immagine difficilmente è situata a breve distanza dal fedele, ma è quasi sempre lontana e oscurata da una grata- Fortunatamente essendo l'unico visitatore, mi sono ingraziato la custode che mi ha permesso di vedere meglio attraverso una cancellata il magnifico giardinetto consacrato al dio; un insieme di pianticelle e stradine in miniatura che convergono a formare due aiuole circolari, le quali portano ad una costruzione di legno e bamboo che ospita la statua.
Poi, dato che è entrato un piccolo gruppetto di 3 signore, ho assistito al rito di preghiera: si accendono 2 coni di incenso, se ne lascia uno a destra vicino alle radici di un albero secolare e uno a sinistra della campana, poi vigorosamente si tira la corda colorata mentre si recita l'invocazione di protezione.

Affascinante e magnetico. Da non perdere.






sabato 4 luglio 2009

Tempo di templi












Senso Ji

é stata una delle prime cose che sono corso a vedere dopo aver appoggiato la valigia ed essermi fatto una doccia. Ci si arriva comodamente dal mio albergo ma è nascosto da una delle vie più caratteristiche della città: Kaminarimon Dori, un pullulare di negozi e bancarelle esistenti sin dal dal 628, brulicanti di donne in kimono, guidatori di risciò, fedeli e immancabili turisti. Qui si respira un atmosfera antica che poco ha a che vedere con la totale dinamicità degli altri quartieri, da epoca Sengoku per intenderci. Come dicevo, al primo impatto il tempio è nascosto dalla gente e dagli stratosferici Tori, due gigantesche porte rosso vivo poste all'inizio e alla fine del cammino del credente; varcata l'ultima soglia ci si trova di fronte ad uno spettacolo unico: alla sinistra una pagoda alta 5 piani e al centro il tempio, al cui interno è conservata e venerata la statua della dea Kannon; la leggenda narra che questa sia stata trovata da due pescatori all'interno delle loro reti 1400 anni fa nel fiume Sumida, che costeggia il complesso.
Di fronte all'entrata un grande braciere per le offerte votive, dove i credenti conficcano nella cenere piccoli coni di incenso, ne respirano il fumo e vi si cospargono il capo; a destra la fontana della purificazione, una serie di cucchiai di legno appoggiati sul bordo della fontana permettono di prelevare l'acqua sacra e di sciaquarsi le mani prima di entrare nel santuario.
Nel sacrario regna un silenzio quasi assoluto, l'unico rumore che si ode è il tintinnare delle monetine offerte alla Dea e lanciate attraverso una grata metallica.
Poche volte noi occidentali ci imbattiamo in ritualità di questo tipo ma vi assicuro che personalmente ne sono rimasto molto colpito, sembra essere un modo di vedere la sacralità totalmente opposto a quello a cui siamo abituati: una visione più interiore delle cose, un modo di pregare più accorato, ma allo stesso tempo più distaccato. Magari sbaglio ma queste sono le sensazioni che provavo quando ero li. Anzi dovrei dire che sono le stesse sensazioni che ho provato anche stasera, verso le 22 e 30 infatti ci sono tornato, questo posto funge come una calamita per me; quando davanti al tempio non c'è nessuno e i portali sono chiusi, si percepisce ancora meglio quello che sto cercando di dire. Poi ha cominciato a tirare vento, ed è arrivato l'odore del mare...


venerdì 3 luglio 2009

Shibuya !!!





Caldo, ma nella metro c'è l'aria condizionata a livello moderato, obiettivo odierno Shibuya, fulcro delle tendenze giovanili della città. Chiedo conferma per l'uscita Hachiko, salgo le scale e BAM, una flashata pazzesca, MIGLIAIA di teste in un incrocio a sei strade che si riversano contemporaneamente allo scattare del verde pedonale! Guardo per aria e vedo uno schermo panasonic alto 7 piani, a fianco due palazzi di 12 con musica j-pop a manetta. OK sono nella times-square nipponica. Poi mi ricredo, times square non ha quella sferzante voglia di mettersi in mostra e di abbagliare il cliente o il turista come Shibuya Crossing o di bombardarlo con jingle studiati su misura per ogni punto vendita. Qui si respirano vita, futuro e tecnologia, non affari.
Giuro che sono rimasto stordito per almeno 20 minuti, non mi sembrava possibile una freneticità del genere, un agorafobico ci rimarrebbe secco in pochi minuti.
Le persone qui gridano di ultima moda, vogliono emergere, farsi notare, stupire. Mi viene da sorridere quando penso al fatto che questo comportamento sociale è fondamentalmente lo stesso di quello che attuano le comunità giovanili di un piccolo paese qualsiasi: vestirsi "fashion", cercando di uscire dal gomitolo protettivo della provincia. ma tutto sommato è così e deve essere così, in una bolla di 16 milioni di abitanti la singolarità dell'individuo non è all'ordine del giorno.


giovedì 2 luglio 2009

Le foto che ci sono qui sotto le ho scattate in un unica giornata attraverso il folle quartiere di Akihabara (electric town) sede di tutta la tecnologia malata made in japan...e anche frequentata da personaggi di tutto rispetto :)






mercoledì 24 giugno 2009

Hands On

Ecco come promesso, anche se con qualche giorno di ritardo (dovuto al jet-lag che non è proprio leggerissimo...)i primi scatti di Tokyo. Credo di non aver mai visto una città così pulita ma al tempo stesso così brulicante, in genere in Italia molta gente è sinonimo di MOLTA sporcizia e MOLTA trascuratezza...Qui non c'è lo straccio di una cartina per terra, persino le sigarette vengono spente negli appositi posacenere, (per non parlare del fatto che ci sono aree apposite dove fumare anche all'aperto!)situati agli angoli delle strade. Io sto nel quartiere antico, Asakusa, che loro pronunciano Asàksa o qualcosa di simile... il residuato della vecchia Edo e la differenza con gli altri quartieri High Tech si sente eccome, il silenzio qui è quasi all'ordine del giorno.
Ad ogni modo il mio compito qui è quello di documentare le mode giovanili, che partono da qui per fare tendenza in tutto il mondo; basti pensare alle Gothic-lolita, e dove se non dal Giap potevano emergere creature così interessanti???